Nascita di
Libera a Parma, in prima fila si siede il prefetto Paolo Scarpis. Dal
palco, Don Luigi Ciotti, il fondatore dell’associazione contro le mafie,
lo punta col dito e richiama il loro lavoro comune a Milano. All’uscita
della sala della Camera di commercio c’è il tempo per alcune battute.
Prefetto, come ha conosciuto Don Ciotti? «Abbiamo lavorato assieme.
Prima, quando ero funzionario e poi nei tre anni in cui sono stato questore
di Milano. L’iniziativa era sua: alla Martesana erano successi fatti
molto gravi, che destano allarmi sociali. L’idea di Don Ciotti era di
coinvolgere le associazioni per affrontare i problemi. Le abbiamo riunite,
anche grazie al lavoro del prefetto Ferrante». Come giudica la nascita
di Libera a Parma? «Conosco molto bene Don Ciotti, sono stato in Sicilia,
dove ha lavorato. Lui è l’anima dell’associazione, non potrebbe esistere
senza di lui, ma come ha detto bene oggi, è il “noi” che
la rende forte». Veniamo alle sue dichiarazioni che hanno sorpreso
molti, e cioè che gli allarmi di Saviano sulla mafia a Parma sarebbero
“sparate”. «Io quelle dichiarazioni non le ho mai fatte»
Come no? «No. Non ho mai detto quella frase. Ho detto le stesse cose
che ha detto oggi il procuratore aggiunto della direzione antimafia.
Le stesse, identiche cose». [e.g.]
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