1) Un magazine di 120-180 pagine, mensile di fascia alta (come I
Siciliani di Fava), che ne riprenda il ritmo e l’impostazione ma
legandoli alle ultime tecnologie (oggetti interattivi in pagina,
approfondimenti multimediali).
2) Un giornale cartaceo “da raccogliere e conservare”, ma parallelemente
un e-book di ultima generazione, mirato a tablet, Kindle e smartphone.
3) Struttura: tre format:
– il servizio-inchiesta (non necessariamente “pesante” di 4-10 pagine);
– l’intervento di una pagina;
– l’inserto (fotografico, satirico o altro) di 8-12 pagine con grafica propria.
4): Contenuti: due segmenti distinti nel giornale:
– il primo, servizi estesi e opinioni, affidato innanzitutto ai “vecchi” :-), i “regolari” dei Siciliani;
– il secondo, inchieste e cronache dai territori (da Modica a Milano,
passando per tutto il Paese) di giovani e gruppi di giovani locali.
5) Redazione. Nessuna per il primo anno. Quella che sarà emersa dalla
pratica a partire dal secondo o terzo anno. All’inizio si tratta “solo”
di produrre duecento ottime pagine al mese e basta un buon segretario di
redazione. I suoi compiti? Ricevere e montare i pezzi dei “vecchi”;
garantire il controllo di qualità sui pezzi dei “giovani” secondo il
buon vecchio metodo delle tre riscritture; non intervenire, in entrambi i
casi, sui contenuti.
6) Organizzazione. Un palinsesto coordinato in rete, con una o due
riunioni fisiche ogni mese. Pagine montate con tecnologia Ucuntu (odt
invece di programmi dedicati) quindi spesso gestibili direttamente
dall’autore, con riduzione drastica di tempi e carichi di lavorazione.
7) Prodotti:
– entro sei mesi: il mensile (cartaceo) “I Siciliani”, l’e-book parallelo “I Siciliani”; il sito dei Siciliani;
– dall’autunno 2012: e-book e altri elettronici di seconda generazione su vari temi e con diversi format (libreria elettronica);
– quando e se Dio vorrà: cartacei d’altro genere;
– sempre: sponsorizzazione col marchio Siciliani delle migliori testate
“giovani”, su carta o web (esempi: Stampoantimafioso.it, Il
Clandestino), una piccola rete informale che continuamente produca
materiali, idee e persone;
– unità coi giovani di Liberainformazione;
8) Nessuna redazione centrale. Sedi locali, col tempo, in diverse città
(Milano, Bologna, Roma, Palermo e Catania) appoggiandoci a realtà amiche
esistenti e puntando sullo spirito d’iniziativa di ogni singolo gruppo.
8) Soldi. Ne servono pochi per la fase ebook. Ne serviranno almeno 60mila per il cartaceo .
9) Stipendi. Il lavoro sarà volontario, nel primo anno e fino alla fase
del mensile inclusa. Piccoli rimborsi quando possibile, in particolare
agli specialisti tecnici (il nucleo informatico sta già lavorando al suo
settore). Punteremo moltissimo, dal secondo anno, sul mercato
elettronico con tutte le sue peculiarità.
10) Nucleo affidato a pochi personaggi, esterni al vecchio gruppo ma che
godano la fiducia di tutti, di altissimo prestigio e al di sopra di
ogni anche vago sospetto di parte. Scidà, Caselli, dalla Chiesa
possiedono questi requisiti. Ad essi aggiungeremmo due antimafiosi – un
“nordico” e un siciliano :-) – non personaggi mediatici e non primedonne
ma seri e costanti militanti della società civile. Il professor Franco
Cazzola di Firenze e Giovanni Caruso di Catania.
11) Scadenze: l’ebook potrebbe essere in rete il 22 novembre; il cartaceo in edicola il 5 febbraio.
12) L’anima. I Siciliani di Giuseppe Fava. “I cavalieri dell’apocalisse
mafiosa” e “Le donne siciliane e l’amore”, alla pari. Non un semplice
giornale “antimafia” o “d’inchiesta” o d’investigazione, ma un
condensato felice di impegno civile, di società viva e di cultura. La
vera sfida è questa e non è detto che ce la faremo. Ma ci proveremo,
umilmente e con determinazione.
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