La Dia di Palermo – coordinata dal colonnello Giuseppe D’Agata – ha confiscato un patrimonio mobiliare ed immobiliare – di oltre 700 milioni a Giuseppe Grigoli, imprenditore di Castelvetrano (Tp) e uomo collegato al boss latitante Matteo Messina Denaro. Contestualmente, a Grigoli è stata applicata la sorveglianza speciale per quattro anni.
Dodici società, 220 fabbricati (palazzine e ville) e 133 appezzamenti di terreno per 60 ettari, sono state colpite dal provvedimento emesso dal Tribunale di Trapani, sezione misure di prevenzione. Tutti riconducibili a Grigoli, 64 anni, considerato il “re dei supermercati”, attualmente è detenuto, in quanto condannato dalla Corte d’appello di Palermo a 12 anni di reclusione (a conferma della condanna di 1° grado), perché ritenuto responsabile del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Nell’ambito dello stesso procedimento, Messina Denaro è stato condannato a 20 anni di reclusione.
APPROFONDIMENTI SU GIUSEPPE GRIGOLI – articoli a cura di R. Giacalone
«Brillante operazione della Dia di Palermo che, con la confisca di beni per 700 milioni di euro a Giuseppe Grigoli, ha inferto un colpo al cuore agli asset dell’impresa illecita e criminale che fa capo al boss Messina Denaro» ha dichiarato il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico. «Bisogna usare i beni della mafia contro la mafia e restituire i beni frutto di attività criminali alla società civile e all’economia legale è una strategia che si sta rivelando vincente e che ci spinge a proseguire con sempre maggiore determinazione su questa strada» – ha continuato – «la maxioperazione di oggi – continua Bubbico – è il frutto del grande impegno che la magistratura e le forze dell’ordine stanno dispiegando nella lotta alle cosche, colpendo i flussi finanziari e i patrimoni illeciti. Anche per questo motivo, diventa sempre più urgente, come ripetutamente richiesto dal direttore dell’Agenzia per i beni confiscati, prefetto Caruso, rilanciare ruolo e operatività di quest’ultima, tanto da garantire un uso sociale e produttivo più fecondo per i beni confiscati» e a tal fine, nei prossimi giorni, convocheremo al Viminale un apposito tavolo tecnico con la partecipazione dell’Agenzia per i beni confiscati, dell’associazionismo antimafia e dei soggetti impegnati nella cooperazione e nel volontariato».



