Sit-in dei giovani di Libera davanti al tribunale di Palermo

Ragazzi

La strada è in salita, i giovani siciliani ancora non sono convinti che la lotta alla mafia è una battaglia culturale, di impegno, di protesta. Debbono imparare ancora tanto dai loro coetanei del settentrione e del nord che invece su questa strada ci sono da tempo, e la percorrono convinti anche facendo parecchi chilometri. Sono per esempio i ragazzi di Sassuolo o di Modena che venerdì scorso si sono riuniti con un gruppetto non numeroso di giovani palermitani per organizzare un sit in davanti alla palazzina del Tribunale di Palermo mentre si svolgeva l’udienza del processo dove è imputato di concorso esterno in associazione mafiosa il senatore trapanese Tonino D’Alì (pdl), ex sottosegretario all’Interno. Venerdì ha parlato il pm Andrea Tarondo, è stata la seconda delle udienze dedicate alla requisitoria, il 3 maggio era toccato all’altro pm, Paolo Guido.

Nell’altra ala del Tribunale invece il pm Nino Di Matteo stava svolgendo invece la requisitoria nel processo contro l’ex capo del Sisde, generale Mario Mori e del colonnello De Donno, a proposito della “mancata cattura” del mafioso Bernardo Provenzano. E i giovani arrivati da Sassuolo e dal modenese si sono seduti sugli scalini dove sono scritti i nomi dei giudici e dei magistrati ammazzati dalla mafia, dalla stessa mafia che avrebbe interloquito con gli imputati sotto processo quel giorno. Hanno voluto saper e conoscere quei giovani, una curiosità che invece non hanno i giovani siciliani. Non tutti, ma tanti non sono curiosi. E a loro però non bisogna dare torto. Perché ogni giorno sono testimoni di accadimenti che frastornano loro e noi tutti. Un politico sotto processo per mafia, fa carriera, si fa vedere in giro con ministri, ottiene nomine che per opportunità gli dovrebbero essere negate.

In Sicilia per fare parte della commissione antimafia bisogna essere chiacchierati e condannati o sennò niente, se c’è uno davvero bravo ed esperto, la politica preferisce farne a meno, e poi magari si sente dire nei confronti di questi che sono dei “professionisti dell’antimafia” che non è una affermazione di pregio ma solo per dire che di questa gente bisogna diffidare. I giovani di Sassuolo e Modena hanno gridato invece che la politica se è fatta così non è una politica espressione di onestà e con loro c’erano alcuni loro colleghi di Palermo. Guidati dal prof. Carmelo Frattura i giovani di Sassuolo hanno parlato e ascoltato, “è stato un fuori programma davvero interessante – dice la prof. Fanny Davoli – per il quale ringraziamo tutti coloro che hanno messo a servizio dei nostri ragazzi il loro entusiasmo e le loro competenze”. E allora vale la pena ricordare chi erano questi giovani protagonisti del sit in: Liceo “A. F. Formiggini” di Sassuolo Modena: Ricci Beatrice, Giugni Francesca, Cavani Giorgia, Lanzara Gulia, Toccaceli Alice, Pasquetto Alice.. Liceo “Camillo Finocchiaro Aprile” di Palermo, con i docenti Carlo Madonia, Tiziana Giordano: Salvo Mazzamuto, Federica Cantafia, Federica Cappellano, Cristina Piazza, Alessia Carrà, Giulia Greco, Giorgia Soribani, Sara Cimino, Antonio India, Antonino Monterosso, Lazzano Chiara, Sciarrino Marta, Patti Laura, Marco Valentino, Giorgia Verace, Giulia Favata, Elisa de Gangi, Laura Maniscalco, Valeria Taverna.