Stati generali dell’Informazione in Toscana, Ast: «Situazione poco brillante»

Stati Generali Informazione

L’iniziativa promossa martedì 15 aprile 2025 dal Corecom con rappresentanti delle istituzioni, operatori del settore, sindacato e Ordine dei giornalisti. Gli esperti di Irpet hanno presentato i risultati dell’analisi sull’evoluzione del comparto. Botta e risposta tra il governatore Giani e l’Usigrai sull’ipotesi di «contratti di pubblico interesse che consolidino il rapporto fra il mondo dell’emittenza televisiva locale e le istituzioni».

Una giornata sotto l’egida del Corecom per fare il punto sul sistema dell’informazione in Toscana. A palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze, martedì 15 aprile 2025, agli Stati generali promossi dal Corecom, erano presenti (o collegati da remoto) rappresentanti delle istituzioni, degli operatori del settore, di sindacato e Ordine dei giornalisti insieme con gli esperti di Irpet, che hanno presentato i risultati dell’analisi sull’evoluzione del comparto in regione.

Quello che emerge dalla ricerca commissionata a Irpet da Corecom Toscana è «un quadro con luci e ombre per un settore dell’informazione che presenta certamente opportunità importanti, che è dotato al suo interno di professionalità di alto valore, ma che evidenzia punte di debolezza sui dati che essenzialmente afferiscono alla qualità dell’occupazione, come anche alla capacità di creare valore da parte di alcune imprese», si legge sul sito web di ToscanaNotizie.

Di una «situazione poco brillante dell’informazione in Toscana, in linea con quanto purtroppo avviene nel panorama nazionale» ha parlato Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione Stampa Toscana, intervenuto in apertura dell’incontro, facendo un puntuale quadro sindacale e con riferimenti alla trattiva sul contratto in corso fra Fnsi e Fieg.

«Come sindacato – ha spiegato – siamo alle prese con difficoltà enormi per quanto riguarda la carta stampata, con diversi fronti di crisi aperti. Bisogna salvaguardare in tutte le sedi la figura del giornalista e premiare nei bandi pubblici quelle realtà che hanno giornalisti assunti con regolare contratto. Se non c’è informazione di qualità e capillare, fatta da professionisti che rispettano la deontologia è a rischio la tenuta democratica di questo Paese».

Per Giampaolo Marchini, presidente di Odg Toscana, «il rapporto fotografa la difficoltà del nostro settore, dovuta ai grandi cambiamenti che la professione sta incontrando. È fondamentale lavorare insieme alle istituzioni – ha ribadito – per preservare il patrimonio di professionalità di cui è dotata la nostra regione».

I dati illustrati «evidenziano tra luci e ombre una repentina evoluzione e delle potenzialità ancora non pienamente espresse da questo settore cruciale. In Toscana il rapporto del mondo dell’informazione con le istituzioni mi sembra sereno e costruttivo, da qui è necessario partire per progettare azioni di sostegno, in un panorama che cambia ogni giorno», ha rilevato il presidente della Regione, Eugenio Giani.

«Il contributo pubblico dal punto di vista regionale è cresciuto significativamente in questi ultimi anni», ha aggiunto il governatore della Toscana, che si è detto favorevole all’ipotesi di lavorare per creare un sistema su base regionale dell’emittenza locale, con contratti di servizio sulla scorta di quanto già avviene nel rapporto che lega lo Stato centrale alla Rai: «Sono orgoglioso del nostro sistema radiotelevisivo toscano formato da soggetti che a livello locale sono cresciuti in qualità e in investimenti. Nel momento in cui legiferassimo in questo senso sarei apertissimo a contratti di servizio, che gestiti in modo equilibrato senza favorire nessuno, potrebbero dare ancora più sostegno a tutto il settore».

Ipotesi che non è piaciuta all’Usigrai che, anzi, «ritiene l’idea del presidente Giani di realizzare ‘contratti di pubblico interesse che consolidino il rapporto fra il mondo dell’emittenza televisiva locale e le istituzioni’ molto pericolosa. Ci chiediamo – si legge in una nota firmata assieme al Coordinamento Cdr Tgr – se Giani voglia smembrare il Servizio Pubblico. La vecchia ambizione di chi animò la Legge Gasparri, che prevede la possibilità di attivare contratti di servizio regionali, ora trova sponde anche nel Pd? Se, fino ad oggi, questa possibilità è rimasta lettera morta è perché è evidente che attivarla significa privatizzare di fatto il Servizio Pubblico e condannare la Rai al ridimensionamento».

Collegati in videoconferenza all’incontro hanno partecipato anche il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, e il commissario Agcom Antonello Giacomelli. Il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, ha inviato un videomessaggio; Francesco Giorgino, giornalista Rai e professore di Comunicazione e Marketing alla Luiss ha fornito un’ampia ampia panoramica sull’ecosistema comunicativo digitale. (mf)

Federazione Nazionale della Stampa Italiana


Stati generali dell’informazione in Toscana. Bartoli: ‘in informazione piccolo non è bello, c’è criticità’

‘Un sostegno mirato e forte al settore è indispensabile’

“Il piccolo non è bello perché, soprattutto se è isolato, tende a scontare ancora di più tutte le criticità del settore”. Lo ha affermato Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, in un videomessaggio inviato agli Stati generali dell’informazione in Toscana, oggi a Firenze.

“Credo che da questo punto di vista – ha proseguito – tutti dobbiamo sforzarci di lavorare per rafforzare il settore in Toscana, il sindacato, l’Ordine sia a livello regionale che nazionale, la Regione, gli enti locali, le istituzioni”. Secondo Bartoli infatti “un sostegno mirato e forte al settore è indispensabile”, alla luce del quadro tracciato dal rapporto Irpet presentato oggi: “Il rafforzamento delle imprese – ha detto – quasi sempre, se non sempre, è legato a una deregionalizzazione, un allargamento su base nazionale o internazionale dei legami, dei rapporti societari delle imprese operanti: e quindi, oltre a una progressiva espulsione di manodopera, chiusura e testate, anche una perdita di caratterizzazione su base regionale, su base locale”.  Dunque, per il presidente dell’Ordine, “questo rapporto ci consegna una serie di considerazioni abbastanza pesanti, abbastanza allarmanti non solo dal punto di vista occupazionale e produttivo, che è tema ovviamente che riguarda in primo luogo il sindacato, ma anche dal punto di vista ordinistico, perché riguarda il possibile depauperamento del sistema pluralistico dell’informazione radiotelevisiva in Toscana”. (fonte ANSA).

Ordine dei Giornalisti


Usigrai: Toscana, contratti di sevizio con TV private, l’idea è smembrare servizio pubblico?

L’Usigrai ritiene l’idea del presidente della Regione Toscana Giani di realizzare “contratti di pubblico interesse che consolidino il rapporto fra il mondo dell’emittenza televisiva locale e le istituzioni” molto pericolosa.

Ci chiediamo se Giani voglia smembrare il Servizio Pubblico.

La vecchia ambizione di chi animò la Legge Gasparri, che prevede la possibilità di attivare contratti di servizio regionali, ora trova sponde anche nel PD?

Se – fino ad oggi – questa possibilità è rimasta lettera morta è perché è evidente che attivarla significa privatizzare di fatto il Servizio Pubblico e condannare la Rai al ridimensionamento.

Inoltre, le affermazioni del presidente della Regione Toscana Giani che definisce la Rai “sempre meno regionale” sono molto gravi e destituite di ogni fondamento. La Testata Giornalistica Regionale, la più grande d’Europa con 24 redazioni e telegiornali – anche in tedesco, ladino e sloveno – garantisce un’informazione autorevole, plurale e di qualità da e per il territorio. Lo dimostrano i dati di ascolto: complessivamente il tg regionale è il secondo tg della Rai per share, il terzo in Italia.

Infine, dal 2021 ogni anno 110 milioni di euro vengono impropriamente sottratti dal canone RAI per finanziare il fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria a cui attingono anche le TV private. Ben venga ogni sostegno all’editoria e all’informazione locale, ma il canone dovrebbe servire a garantire esclusivamente il servizio pubblico della Rai.

Esecutivo Usigrai

Coordinamento Cdr Tgr