Colpirne 1 per educarne 100
Omicidio a futura memoria. La morte di Vassallo è come un tappo che salta. Il sindaco di Pollica esercitava infatti una forte influenza su tutte le amministrazioni comunali dell’area. Primo cittadino da quattro legislature (alle elezioni comunali di qualche mese era stata presentata solo la sua lista civica), era stato per anni il presidente della comunità montana ed ha sempre esercitato un forte ascendente su tutti i sindaci della zona. Personaggio sanguigno, rude, difensore appassionato della sua terra, ma anche monarca assoluto e illuminato. Acciaroli non è sempre stata così ricca e il turismo così selezionato. È stato lui l’artefice del miracolo, capace di coniugare sviluppo ed eco sostenibilità. In paese era profondamente amato (come è chiaro, dalla maggioranza visto che governava da quasi vent’anni), ma anche odiato da un’altra parte dei conterranei, per i suoi modi imperiosi e spicci. Qualche tempo fa, un sindaco di un comune vicino, Omignano, gli organizzò un funerale in piazza dopo una lite in comunità montana. Aveva cominciato a fare politica con i Verdi, poi era passato con la Margherita, nella corrente di Antonio Valiante (demitiano di ferro prima del passaggio dell’ex segretario nazionale della Dc con l’Udc, vice presidente per dieci anni della Regione Campania all’epoca di Bassolino e ras, fino a qualche anno fa, incontrastato del Cilento) e , infine il Partito Democratico. Ma Vassallo aveva conservato una sua grande autonomia, molto critico con i vertici del partito, aveva spesso il gusto della provocazione («siamo un’amministrazione di sinistra ma leghista», disse un mese, sintetizzando in modo abbastanza icastico e realistico il suo modo di fare il sindaco) e ogni volta che parlava aveva una risonanza a livello regionale: era considerato infatti uno dei pochi simboli in Campania di buona amministrazione. E perciò un ostacolo non di poco conto per chiunque volesse fare speculazione non solo ad Acciaroli, ma in tutto il comprensorio cilentano. Va infatti chiarito che se partisse una speculazione sull’area coinvolgerebbe tutti i Comuni da Agropoli in giù. E sentendo i sindaci cilentani, in queesto momento ci sono ben pochi barricaderi: sono tutti molto spaventati. Tuttavia, dopo l’omicido simbolico come quello del sindaco, è improbabile che gli imprenditori privati possano fare attività speculative eclatanti senza problemi. Diverso sarebbe il discorso se la proposta partisse dalla parte politica, con alcuni amministratori locali come capofila, con un progetto di rilancio complessivo del Cilento, che comportebbe ingenti investimenti, pienamente giustificabili e legittimi sul piano dell’opinione pubblica. In questo senso la presunta joint venture che si sarebbe creata negli ultimi anni tra camorra e ‘ndrangheta nella zona, e di cui riferiscono fonti interne alla Dda di Salerno, apre scenari davvero inquietanti.
Ipotesi 2: il porto
L’amministrazione comunale ha stanziato qualche mese fa quattro milioni e mezzo di euro per l’ampliamento del porto turistico, dove ormeggiano solo barche di lusso. Altri due milioni e mezzo di euro erano in arrivo dalla Regione Campania per un distributore di benzina marittimo. I lavori al porto, che raddoppierebbero la capienza portandola a trecento imbarcazioni, non erano però ancora partiti. La gara d’appalto si era svolta, ma la giunta, stando a quanto riferiscono alcuni componenti dell’amministrazione comunale, aveva bloccato l’assegnazione perché era stata presentata un’offerta giudicata «molto anomala».
Sul porto, inoltre, Vassallo combatteva da anni una sua battaglia politica. Diversamente da quanto avviene in altri Comuni, la gestione è interamente pubblica. «Lo stato e il Comune ci investono i soldi e quindi devono anche incassare i profitti che ne derivano», spiegava ai giornali. Molti privati erano interessati all’acquisizione delle concessioni, ma il sindaco di Acciaroli aveva risposto sempre con un secco diniego ad ogni offerta che gli era stata presentata. Tra due anni ci sarebbero stato quindi probabilemnte forti conflitti dal momento che una direttiva europea obbliga a privatizzare le concessioni portuali entro il 2012.
Il posto barca ad Acciaroli era molto ambito. Vassallo valutava personalmente le richiesta delle imbarcazioni che intendevano ormeggiare nel porto turistico. E, in molti casi, diceva anche no quando non era convinto della serietà dei proprietari. Non sarebbe irrealistico scoprire che Vassallo abbia rifiutato l’autorizzazzione a qualcuno legato agli ambienti della criminalità organizzata.
Sul porto, inoltre, Vassallo combatteva da anni una sua battaglia politica. Diversamente da quanto avviene in altri Comuni, la gestione è interamente pubblica. «Lo stato e il Comune ci investono i soldi e quindi devono anche incassare i profitti che ne derivano», spiegava ai giornali. Molti privati erano interessati all’acquisizione delle concessioni, ma il sindaco di Acciaroli aveva risposto sempre con un secco diniego ad ogni offerta che gli era stata presentata. Tra due anni ci sarebbero stato quindi probabilemnte forti conflitti dal momento che una direttiva europea obbliga a privatizzare le concessioni portuali entro il 2012.
Il posto barca ad Acciaroli era molto ambito. Vassallo valutava personalmente le richiesta delle imbarcazioni che intendevano ormeggiare nel porto turistico. E, in molti casi, diceva anche no quando non era convinto della serietà dei proprietari. Non sarebbe irrealistico scoprire che Vassallo abbia rifiutato l’autorizzazzione a qualcuno legato agli ambienti della criminalità organizzata.
Ipotesi 3: lo spaccio di droga
Qualche sera prima dell’omicidio, Vassallo è entrato in un locale di Acciaroli e ha urlato contro alcuni spacciatori. Gli avrebbe intimato di lasciare al più presto il Comune, minacciando l’intervento delle forze dell’ordine. Il sindaco non era nuovo a gesti di questo tipo. Aveva una concezione molto larga delle funzioni del sindaco rispetto alla difesa del territorio, che talvolta sconfinava nello “sceriffesco”. Allo scopo di denunciare la presenza di spacciatori nel territorio, pare che avesse scritto anche alcune lettere in Procura e ai carabinieri.
Se si vuole ragionare sui possibili legami della vicenda con l’omicidio, bisogna tener presente che il giro di affari dello spaccio in zona risulta abbastanza redditizio d’estate, ma marginale nel resto dell’anno. Si limita poi sostanzialemnte ad hashish e cocaina: non di narcotraffico si tratta, ma al massimo di piccoli spacciatori provenienti dalla provincia di Napoli o dall’agro nocerino.
Se si vuole ragionare sui possibili legami della vicenda con l’omicidio, bisogna tener presente che il giro di affari dello spaccio in zona risulta abbastanza redditizio d’estate, ma marginale nel resto dell’anno. Si limita poi sostanzialemnte ad hashish e cocaina: non di narcotraffico si tratta, ma al massimo di piccoli spacciatori provenienti dalla provincia di Napoli o dall’agro nocerino.
Ipotesi 4: forze dell’ordine colluse
«Due, tre giorni prima di essere ammazzato mio fratello mi aveva detto che esponenti delle forze dell’ordine erano in combutta con personaggi poco raccomandabili». Lo ha rivelato Claudio Vassallo, il fratello del sindaco ucciso davanti alle telecamere di Skytg 24, due giorni dopo l’omicidio. Il giorno prima le sue dichiarazioni erano state di tenore diverse, forse perché ancora scosso: «Minacce ad Angelo? Io non ne so nulla», aveva detto. Anche Alfredo Greco, magistrato della Procura di Vallo della Lucania, che si occupava del caso prima che gli atti passassero alla Direzione ditrettuale antimafia di Salerno, ha riferito: «Negli ultimi mesi era venuto a trovarmi spesso in ufficio e mi aveva manifestato alcune preoccupazioni». É stato anche accertato che il sindaco di Acciaroli ha scritto alcune lettere al comando provinciale e nazionale dei Carabinieri e in Procura. Ma l’immagine di un Vassallo preoccupato o impaurita non viene confermata dalle persone che hanno passato con lui le ultime ore di vita. Domenica pomeriggio aveva partecipato a un pic nic in compagnia dei suoi colleghi di partito a Cuccaro Vetere. C’era anche Antonio Valiante che dice di averlo visto molto sereno e di non sapere nulla di eventuali minacce: «Dato il rapporto che c’era me ne avrebbe sicuramente parlato». Versione confermata dal vice sindaco di Pollica, Stefano Pisani: «La giunta non ha subito pressioni negli ultimi tempi. Nessuno si azzardava a chiedere qualcosa. Sapevano già che Angelo li avrebbe messi alla porta. E poi sulla speculazione edilizia ci eravamo messi al riparo con un piano urbanistico blindato già diversi anni fa».
Ipotesi 5: omicidio di un locale
Sembra quella meno accreditata, soprattutto considerando il fatto che gli atti sono passati dalla Procura di Vallo della Lucania alla Dda di Salerno, ma va comunque tenuta in considerazione. Non bisogna infatti dimenticare ch, per il ruolo e la visibilità che aveva assunto, Vassallo aveva molti nemici anche a livello locale. Un odio covato da anni potrebbe portare a un omicidio, anche se le modalità con qui quello del sindaco è avvenuto appaiono decisamente professionali.



