TG1 Libri: la menzogna su Ustica

Ustica aereo strage

Non pensavo che per definire la qualità del servizio pubblico la cartina di tornasole fosse il dato di ascolto di un programma: vengono esaltati i singoli dati come quelli della fiction del Conte di Montecristo e quelli del Festival di Sanremo, mentre quando esce l’Auditel dell’intera stagione si tace che la Rai, per la prima volta, è stata battuta da Mediaset.

Come si dovrebbe valutare ciò che è accaduto domenica scorsa in chiusura del Tg1 delle 13,30 tra la celebrazione dell’ultima serata di Sanremo e l’inizio di Domenica In, quando l’apertura della rubrica Tg1 Libri viene dedicata a un volume sulla Strage di Ustica che ancora una volta racconta, come unica verità, la presenza della bomba scoppiata all’interno del DC9 Itavia partito da Bologna il 27 giugno 1980 con 81 persone a bordo, nessun sopravvissuto, ponendo un unico dubbio: pista libica o pista palestinese?

Autore del libro e giornalista seduti in una cabina di pilotaggio, perché non in una toilette di un aereo luogo in cui l’attentatore, secondo il servizio, avrebbe messo la bomba? Verità o ennesimo depistaggio?

Come definire la disinformazione del giornalista che non ha sollevato un minimo dubbio sulle conclusioni dell’autore?

La relazione dei periti che, dopo aver analizzato i resti dell’aereo, hanno dichiarato l’inesistenza di una bomba all’interno; le conclusioni del giudice Priore alla fine dell’indagine che hanno confermato che il DC9 è stato abbattuto durante un episodio di guerra aerea; le dichiarazioni di Francesco Cossiga, che all’epoca della strage era presidente del Consiglio, che nel 2007, sotto giuramento, aveva dichiarato che i servizi segreti lo avevano avvertito che ad abbattere l’aero era stato un missile francese a risonanza e non a impatto, rivelazione confermata nel 2023 dall’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato.

Tutto ciò, per i due seduti in cabina di pilotaggio non meritava di essere preso in considerazione nel servizio in onda su un tg del servizio pubblico, come ha dichiarato Daria Bonfietti: “Più simile alla propaganda che all’informazione”.

Forse per loro l’obiettivo, sicuramente raggiunto, era quello di comunicare la loro verità al maggior numero di telespettatori, non ricercare quel “bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica”, come dichiarato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 44° anniversario della strage di Ustica.

Fonte: Articolo 21

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https://liberatestardi.websitefortest.uk/2025/02/16/ustica-bonfietti-scandalizzata-da-un-servizio-del-tg1/