Trapani continua a temporeggiare

Trapani sodano

Aula del Consiglio comunale di Trapani, ore 19 del 21 febbraio 2013. E’ affollata la parte destinata al pubblico. Come è per le più importanti aule parlamentari, lo spazio destinato al pubblico si trova nella parte superiore rispetto allo spazio occupato dai banchi. Già prima che in Consiglio ogni consigliere arrivi e prenda posto, tra la gente si registra già una notevole presenza, molti indossano una maglietta bianca con caratteri stampati in grande evidenza, si legge “Fulvio Sodano cittadino onorario”, poi una serie di cartelloni, quello che c’è scritto è la stessa cosa che si legge sulle magliette di tanti.

Fulvio Sodano è stato prefetto di Trapani dal 2001 al 2003, nel dicembre 2005 quando la Squadra Mobile di Trapani a conclusione di una indagine decapitò la cupola mafiosa di Trapani, capeggiata dall’imprenditore Ciccio Pace, “padrino” per volontà del boss (latitante ancora) Matteo Messina Denaro, si scoprì che Cosa nostra voleva inquinare il lavoro del prefetto Sodano a difesa delle imprese confiscate alla mafia, che la mafia voleva riprendersi o voleva far fallire.

Imprenditori all’apparenza puliti andarono fin dentro l’ufficio del prefetto per convincerlo a vendere in particolare un bene confiscato, la Calcestruzzi Ericina. Erano i giorni in cui si preparava un “grande evento” a Trapani, pochissimi lo sapevano quello che da lì a qualche mese sarebbe accaduto in città, tra questi pochissimi c’erano i boss amici dei politici e di uno in particolare il senatore Tonino D’Alì che stava trattando allora per portare a Trapani le gare preliminari della Coppa America. Significava in altri termini spendere una “barca” – termine più che appropriato – di soldi per rammodernare il porto. E il fatto che il prefetto Sodano aveva chiaramente detto che in occasione di appalti pubblici le imprese a parità di prezzo avrebbero dovuto rivolgersi alla Calcestruzzi Ericina perché “azienda dello Stato”, suscitava grandi fastidi.

La presenza sul mercato della Calcestruzzi Ericina, sebbene confiscata, avrebbe posto ostacoli a chi pensava di accaparrarsi le relative commesse, non appena al porto sarebbero cominciati i lavori. La mafia allora aveva pensato bene di riprendersi la Calcestruzzi Ericina eliminando così un concorrente difficile da battere e difficile da battere fin quando Sodano sarebbe stato prefetto. Il prefetto Sodano rappresentò agli investigatori antimafia le “visite” ricevute, la Calcestruzzi Ericina non fallì e non passò nelle mani dei mafiosi, oggi vive (sopravvive per la verità, si dice, per via della crisi che colpisce il comparto dell’edilizia, ma questa può essere un’altra storia) grazie ai suoi operai che ne sono diventati proprietari attraverso una cooperativa.

E’ cresciuta la Calcestruzzi Ericina Libera (questo adesso il suo nome) ed è stato realizzato un maxi impianto per il riciclo degli inerti provenienti dalle lavorazioni edilizie. L’operazione della Squadra Mobile nel 2005 svelò l’esistenza di una serie di intrecci e però nel frattempo quel prefetto che coraggiosamente aveva messo alla porta i mafiosi si ritrova inchiodato su una sedia colpito da una grave malattia. Da Trapani andò via nel luglio del 2003 improvvisamente trasferito ad Agrigento dal Governo Berlusconi, le sue condizioni di salute via via aggravatesi non gli hanno permesso di fare carriera, oggi è oramai un ex prefetto.

La sua vicenda è racchiusa tra i faldoni del processo in corso a Palermo contro il senatore Tonino D’Alì che era sottosegretario all’Interno quando Sodano fu trasferito da Trapani ad Agrigento e che era sottosegretario quando Sodano combatté a Trapani la battaglia per difendere i beni confiscati alla mafia. In una occasione, come ha dichiarato Sodano ai magistrati che andarono a sentirlo, D’Alì lo avrebbe affrontato  dicendogli che così facendo, prendendo cioè le difese dei beni confiscati, si mostrava come un “favoreggiatore”, termine usato per chi aiuta di solito i delinquenti, e in questo caso il sen. D’Alì lo avrebbe usato perché Sodano stava dalla parte dello Stato, dalla parte della Calcestruzzi Ericina.

Nel segreto delle loro stanze, nel frattempo, i mafiosi contro quel prefetto che si era messo di traverso e dicevano di tutti i colori, e infine auspicavano il suo trasferimento da Trapani, cosa che, come si diceva, avvenne da un giorno all’altro nel luglio del 2003. 24 ore prima al prefetto Sodano da Roma, dal Viminale, dal gabinetto dell’allora ministro degli Interni Beppe Pisanu, era stato assicurato che da Trapani non si sarebbe mosso, il giorno dopo invece la notizia che il Consiglio dei Ministri su proposta di Pisanu aveva deciso la nomina a Trapani del prefetto Giovanni Finazzo e il trasferimento ad Agrigento di Sodano.

Quando nel novembre del 2005 la cupola finì in carcere e si seppe di quello che la mafia voleva fare del prefetto Sodano, in Consiglio comunale fu approvato a maggioranza un documento con il quale si chiedeva all’amministrazione guidata dal sindaco targato “Forza Italia”, Mimmo Fazio, di conferire la cittadinanza onoraria al prefetto Sodano. Fazio però disse di no, e lo disse anche scrivendo al prefetto Sodano, scrivendo anche che “l’antimafia è peggio della mafia”. Nei mesi prima e dopo però Fazio decise di conferire la cittadinanza onoraria a due giornalisti che avevano fatto le cronache delle gare di Coppa America a Trapani (arrivata nel settembre 2005 in città, dopo che al porto in battibaleno furono spesi quasi 100 milioni di finanziamenti e indagini accerteranno che la maggior parte delle forniture arrivarono dalle imprese mafiose) e che avevano esaltato le bellezze dei luoghi, il mare splendido di Trapani e da buon gustai anche gli arancini a loro offerti, e poi anche al Reggimento dei Bersaglieri.

A Sodano no! Una vicenda questa “amara” rispetto alla quale c’è stata altalenante pubblica indignazione. Per la maggior parte della cittadinanza una storia da dimenticare, mentre Sodano diventava cittadino onorario ad Erice e a Marsala. A Trapani una precisa volontà votata dalla maggioranza dei Consiglieri comunali è rimasta calpestata, carta straccia per l’allora sindaco Fazio. Da qualche mese in città si è costituito un comitato che invece è tornato a insistere perché il prefetto Fulvio Sodano diventi cittadino onorario della città. Ne fanno parte  Saman, i circoli Arci “aMalaTesta” (Trapani), “Agave” (Mazara Del Vallo), l’aassociazione “37° parallelo” (Trapani), “Ar’Rais” (Trapani), l’Anpi, l’associazione “La Mongolfiera” Arciragazzi (Trapani), l’Anmil, Libera, la Calcestruzzi Ericina Libera, l’associazione “Antonino Via – Eroe contemporaneo” (Trapani), Coppola Editore (Trapani), l’Osservatorio Veneto sul fenomeno mafioso, l’associazione Antiracket “Io non pago il pizzo..e tu?” (Mazara Del Vallo), l’associazione Antiracket e Antiusura (Trapani).

I rappresentanti di questa associazione, assieme ad altri cittadini, giovedì scorso hanno riempito lo spazio destinato al pubblico per seguire i lavori del Consiglio comunale. Gli stessi, tempo prima, hanno incontrato il sindaco che è succeduto a Fazio, il generale dei Carabinieri Vito Damiano, eletto ancora in quota Pdl, che rispose dicendo che senza un regolamento era per lui impossibile conferire cittadinanze onorarie. L’atto di indirizzo proposto da Vincenzo Abbruscato, consigliere Pd (ora Megafono, movimento ispirato dal presidente della Regione, Rosario Crocetta), per la stesura del regolamento è stato così sotto lo sguardo dell’attento pubblico votato e approvato, un voto atteso dal 2012.

Adesso l’amministrazione comunale ha 30 giorni di tempo per redigere il regolamento e portarlo in Consiglio per l’approvazione. La cittadinanza onoraria al prefetto Sodano deve attendere ancora questi tempi. C’è da essere soddisfatti? Forse che si, forse che no viene da dire. Quello cui si assiste è un temporeggiare. Ha provato a dirlo un altro consigliere comunale, Ninni Passalacqua, del Pd, rivolto al sindaco Damiano affermando che quella cittadinanza onoraria può essere conferita senza necessità di un regolamento, ma non ha ottenuto risposta dall’impassibile primo cittadino. “Dobbiamo dirlo a chiare lettere – ha detto Passalacqua – questa cittadinanza non viene conferita perché Sodano si è posto contro un senatore di questa città, il senatore D’Alì”.

Alla parola senatore è scattato il presidente del Consiglio, Giuseppe Bianco (che quando era prefetto Sodano si vide revocata la sua elezione a consigliere comunale per via di suoi “guai” giudiziari che lo rendevano incompatibile con la carica, oggi, riabilitato, rieletto consigliere è riuscito a diventarne presidente): “No consigliere non lo può dire” ha affermato Bianco quasi togliendo la parola a Passalacqua, e questi rispondendo gli ha ricordato invece l’esistenza di atti giudiziari.  Siparietto a parte, poi l’aula ha votato, ma i consiglieri Pdl  al momento del voto sono usciti. A molti è sfuggito che è la seconda volta che il Consiglio comunale vota lo stesso atto di indirizzo, era accaduto già nell’ottobre 2012 quando ancora c’era sindaco il forzista-pidiellino Fazio.

Trapani non cambia, e ancora una volta dinanzi al coraggio di uomini che hanno combattuto e combattono la mafia preferisce voltarsi a guardare altrove. Resta l’impegno di alcuni pezzi della società civile, pochi pezzi, poche persone, gli altri certamente sono distratti da altri problemi  come stipendi non pagati, cartelle esattoriale fin troppo esose, tasse a più non posso, che poi sono stati gli argomenti trattati nella stessa seduta consiliare. Sfugge però che spesso ci si trova con tale problematiche per causa di amministrazioni, vecchie e nuove, alcune lontane nel tempo, che hanno preferito temporeggiare, rimandare, rinviare le decisioni, permettendo che altri soggetti, altre entità, finissero con l’occuparsene, qui in questa città è storia che spessissimo la politica ha abdicato alle mafie e alla massoneria. Come si sta facendo per la cittadinanza onoraria al prefetto Sodano, temporeggiare….e Cosa nostra guarda e ringrazia.