Una ferita grave alla democrazia

Report lettera cda rai

Le auto esplose, la voce di Sigfrido piena di tremore, la preoccupazione dei suoi familiari. Quanto accaduto la scorsa notte é una ferita grave alla democrazia del nostro Paese, ancora una volta turbata da un grave attentato.

Le bombe sono un segnale terrificante che, di periodo in periodo, non hanno mai abbandonato l’Italia e nei periodi di fragilità della nostra democrazia ne hanno rotto la quiete. Quelle del terrorismo nero, le uccisioni di quello rosso e poi quelle mafiose, in tantissime parti del nostro Paese.

Attenzione perché, ogni qualvolta compaiono le bombe, sta accadendo qualcosa di più grave, come se già non fosse gravissima la loro esplosione. È una strategia già vista che si rianima, per provocare paura, distogliere l’attenzione, coprire con il “botto” ciò che cova sotto la cenere.

E quel botto che ha squarciato la notte di Sigfrido e della sua famiglia, insieme ai vicini di casa, è certamente un attacco al giornalismo libero, ma è molto di più. Un segnale che va saputo leggere e non circoscritto. Certamente gli inquirenti faranno il loro lavoro, si auspica il prima possibile, ma c’è di peggio.

C’è un clima di tensione che sta ritornando come in tempi davvero bui, una delegittimazione delle istituzioni tutte, di cui il giornalismo è la punta di diamante e certamente tra le più esposte. E non mi riferisco – lo dico a scanso di equivoci – a singoli rappresentanti di partiti, ma in maniera purtroppo assai diffusa.

Chi sottovaluta questo clima, chi ne accende focolai ulteriori, chi non capisce che questo è il momento dell’unione e della riflessione rischia di diventarne “l’utile idiota”. Bisogna riflettere perché si eviti una striscia di terrore, una strategia più complessiva, una paura dilagante.

A Sigfrido ed alla sua famiglia la solidarietà dello Stato, dei cittadini, dei giornalisti (come me) che lo vedono come un punto di riferimento.

* Presidente di Articolo 21