Può un sms cambiare il corso della storia di un giornale? Si..da oggi possiamo dire di si. “Il Gip di Palermo archivia la querela nei confronti di Ad Est erigetta le opposizioni dei querelanti”. Abbiamo vinto. Il pezzo “Per chi suona la Campanella?” che tratta dei presunti traffici loschi del senatore Salvatore Cuffaro (nel frattempo condannato per fatti di mafia) e dei fratelli Silvio e Giuseppe è stato giudicato puroesercizio di cronaca, rientra nel diritto sacrosanto di poter raccontare quelloche avviene in una terra dove il silenzio è spesso la pietra tombale dellecoscienze.
Chi legge ci accuserà di troppa enfasi (in fondo era solo una querela), ma nonè così. Questa decisione del Gip è l’apice di uno scontro che va avanti daanni. Tra le armate del potere e un povero giornale di frontiera, frutto dellapassione civile di un gruppo di ragazzi, spesso emarginati, ma con due alleatifondamentali: qualche buona idea e la critica dell’esistente.Sia pur nella simpatia che ci ha sempre avvolti credo che nessuno, nel corsodei quasi due lustri della nostra storia, avrebbe puntato un centesimo che nesaremmo usciti vivi. Pochi avrebbero scommesso che l’offensiva (anchegiudiziaria) scagliataci contro non ci avrebbe spazzato via. Eppure la nostrapiccola formazione partigiana ha resistito. Ha combattuto sapendo che la veritàsarebbe venuta fuori, ha trasformato la penna e le notizie in armistraordinarie, denunciando, raccontando, facendo emergere le storture di unpotere che troppo spesso mischia mafia, affari e politica. Squarciando un murodi silenzio figlio troppe volte di una stampa compiacente.
Una piccola pattuglia di resistenti che negli anni è diventata sempre più forte e che alla“resistenza” ha sostituito lo scontro in campo aperto, senza paura, con ilcoraggio frutto delle situazioni disperate e con la certezza che le sconfitteerano solo il pegno da pagare ad una situazione del momento. Una piccola storiadi un piccolo paese di provincia, di un piccolo giornale locale. Una storia cheha vissuto la violenza delle rappresaglie, il dolore dell’abbandono, ma che hatrovato la forza di andare avanti nella dignità dei nostri genitori, nelladolcezza delle nostre donne, nell’entusiasmo dei nostri ragazzi e nellaintransigenza di un uomo che anche nei momenti più brutti, quando la facciasprofondava nelle mani in segno di sconforto, ti guardava e diceva“tranquilli”. Questa è la vittoria di Aldo Virone e di Paolo, Alfonso, Peppe,Luigi, Francesco, Alessandro, Mariagrazia, Salvatore, Nadia, Silvia, Irene,Marianna, Totò, Carolina, Giancarlo, Giusy e di tanti altri che hanno incarnatola dignità di un progetto frutto di uomini e donne pronti a stare in prima filaper spartirsi gli oneri ed in ultima quando (raramente) arrivano gli onori.
Nato in territorio nemico e cresciuto con una costanza pari solo alla voglia diraccontare una Sicilia diversa. E’ la vittoria di Giorgio Santelli, StefanoCorradino e Luigi Ciotti che con “Articolo21” e “Libera” hanno sempre credutoche i “resistenti” di Ad Est avessero qualcosa da dire. Di Gianluca, Giulia eFederico di “No Name” che ancora “ci credono”. Di Vittoria Giunti che havoluto, dopo i nazifascisti e la mafia, combattere la sua terza Resistenzacontro i politici corrotti indicandoci la via. E’ la vittoria del web che ci hapermesso d’irradiare le nostre storie in tutto il mondo. Ma soprattutto lavittoria di oggi è un segnale di speranza che si espande a tutti coloro chevoglio fare lotta alla mafia, che amano raccontare storie, che scrivono per ilpiacere di fare informazione libera. La vittoria di oggi della nostra piccolanave corsara contro i galeoni imperiali dimostra come nessuna partita è maipersa in partenza. Sappiamo che non è finita qui. Sappiamo di avere un altroprocesso pendente. Sappiamo che i “potenti” non sopporteranno questa ennesimasconfitta. Sappiamo che ci aspettano giorni di entusiasmo e tempi di sconforto.Sappiamo che ancora una volta il “giornale che non ha giornalisti”, che vivesolo di sottoscrizioni volontarie, dovrà frugare nelle tasche e nel cuore pertrovare i soldi e la passione per andare avanti. Ma sappiamo anche che ad ogninostra vittoria un pezzetto del muro di omertà che avvolge questo paese vienemeno. Sappiamo che ogni giorno che resistiamo un ragazzo o una ragazza trovanoil coraggio di cominciare a scrivere quello che pensano. Sappiamo che non è maifinita e che la libertà va conquistata..tutti insieme..ogni giorno..costi quelche costi.Sappiamo tante cose, ma di certo oggi sappiamo che è un buon giorno.
*Ad Est on line: http://gaetanoalessi.blogspot.com/



