Ustica: le 450 pagine di richiesta d’archiviazione “aggiungono elementi nuovi”. Lunedì 24 novembre, in una conferenza stampa alla Camera dei deputati, si è tornati a chiedere questo, al tribunale di Roma, che sta per pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione della Procura.
“Noi abbiamo tre impegni: uno di umanità nei confronti di chi ha perso la vita e nei confronti dei familiari. Un altro nei confronti della trasparenza e della dignità del nostro Paese che ha il diritto di conoscere quanto è successo, e non per ormai convinzione popolare, ma con le sentenze e con le individuazioni di responsabilità che non sono solo estere, perché c’è chi ha lavorato per nascondere. E anche per il futuro. Noi dobbiamo dare la certezza a questo Paese che chi commette crimini di questo genere sia perseguito e sia punito”, Così il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli, all’incontro promosso dai parlamentari Walter Verini (Pd), Andrea De Maria (Pd), Marco Pellegrini (M5s), Marco Lombardo (Azione), Ivan Scalfarotto (Italia Viva), Ilaria Cucchi (Avs) in collaborazione con l’Associazione Parenti vittime delle strage di Ustica, l’Associazione Articolo 21, che ha visto la partecipazione, oltre che di Bartoli, di Vittorio di Trapani, presidente FNSI e di Giuseppe Giulietti coordinatore nazionale di Articolo 21.
“Come forza di opposizione siamo compatti a chiedere ulteriori azioni da parte del governo in carica”- hanno fatto sapere i parlamentari che hanno sottolineato l’importanza “di proseguire l’inchiesta penale”- “L’impegno” preso dalle opposizioni oggi è di “non archiviare mai questo caso, qualunque sia la scelta della magistratura, la politica non può farlo”. Vittorio di Trapani presidente della FNSI ha aggiunto “Come Federazione della Stampa coinvolgeremo la Federazione Europea, le organizzazioni internazionali dei giornalisti, affinché i singoli Paesi facciano pressioni sui governi amici per chiedere finalmente di collaborare con le autorità italiane per permetterci di arrivare alla verità”.
La presidente dell’Associazione Parenti vittime delle strage di Ustica, Daria Bonfietti, ha fatto sapere che il 26 novembre chiederanno la non archiviazione delle indagini su Ustica, dopo 17 anni dalla loro apertura: “Noi saremo il 26 novembre alla Procura di Roma, insieme a molti altri parenti delle vittime che abbiamo convocato per essere presenti a questa udienza nella quale un giudice dovrà decidere se archiviare o meno, come richiede la Procura, dopo 17 anni, le indagini sulla strage di Ustica per cercare di appurare gli autori materiali della caduta del DC9 Itavia: “noi chiediamo che non si archivi”.
La presidente dell’Associazione Parenti vittime della strage di Ustica ha raccontato che le 450 pagine di richiesta d’archiviazione “aggiungono elementi nuovi”. “Non si è riusciti ad arrivare alla verità sugli autori materiali. La Francia, l’America, l’Inghilterra non rispondono o rispondono cose non utili e allora il magistrato dichiara di non avere altro da fare e chiede l’archiviazione”, ha aggiunto. Tra gli elementi nuovi emersi nelle carte, “è certa la presenza della portaerei francese Foch nei nostri mari. È certa la presenza a Grazzanise di esercitazioni militari francesi, americani quella notte. Nuovi elementi sono stati trovati anche di intervento dei nostri militari e allo Shape della Nato”.
Bonfietti pensa che “le rogatorie e le richieste alla Francia possano essere ancora tante e se drammaticamente, lo dico da cittadina, la magistratura non arriverà a scrivere questa verità, chiedo con forza, più di prima, l’impegno del governo del mio Paese, una pressione e una richiesta forte da parte della politica in senso lato per indurre comportamenti diversi da parte dei nostri alleati che sono gli americani, i francesi, gli inglesi, il Belgio addirittura, che avevano i loro aerei quella notte nei nostri cieli”, ha concluso.
Rivendicare la verità su Ustica, un dovere civico. Siamo ancora in tempo, il 26 la decisione del gup
Strage di Ustica, no all’archiviazione dell’inchiesta. Il 24 novembre conferenza stampa alla Camera



