Iniziative, denunce, proposte, formazione, la rete dei familiari raccolte in un almanacco per una memoria viva
Siamo partiti, venticinque anni fa, raccogliendo le storie delle persone uccise dalle mafie in ogni luogo d’Italia; a ogni storia corrispondeva un nome, spesso dimenticato, mai pronunciato, destinato a cadere nell’oblio come la storia stessa che quel nome portava con sé.
Il concetto di memoria, all’interno della rete di Libera, nasce con questa urgenza: raccontare le persone vittime innocenti delle mafie per mostrare vicinanza alle famiglie su cui era piombato questo ordigno assassino, costruire intorno a loro una rete a maglie strette che mitigasse gli effetti dell’isolamento che le subculture mafiose impongono nei territori, che rischiano di trasformarsi in lande silenziose di omertà e in cui la solitudine rischia di soffocare tutto e di uccidere definitivamente la speranza.
Ricordare, riportare al cuore le vite di persone strappate alle loro famiglie, realizzando, nei fatti, un “diritto” al nome e al ricordo che non ha contenuto “civilistico” ma etico, umano, solidale: valori portanti di una comunità capace di costruire un processo di Memoria.
Un processo che ha percorso venticinque anni di attività e cura per le persone, senza mai perdere di vista l’altro valore di confronto, l’Impegno quotidiano nel progettare e porre in essere azioni di contrasto sociale alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, così come ai fenomeni corruttivi utilizzati dalle mafie per entrare nei gangli vitali dei nostri territori.
* Vicepresidente Libera e responsabile Memoria
Fonte: Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Scarica qui: Libera_25_anni_di_memoria_96_20
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